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    Alimentazione fertilità e PMA

    Alimentazione, Fertilità e PMA (Procreazione medicalmente assistita)

    Per mantenere uno stato di salute ottimale, sia fisico che psicologico, seguire una dieta sana costituita da un’appropriata composizione ed un giusto apporto calorico, è fondamentale. Oltre ad essere importante per prevenire malattie come obesità, patologie cardiovascolari, diabete, osteoporosi ed alcuni tumori, la dieta ed il peso corporeo sono sostanziali per la riproduzione e la riuscita di una gravidanza.

    Vi sono prove evidenti che una dieta corretta sia vantaggiosa per il benessere generale e per il funzionamento ottimale del corpo ed è stato pertanto suggerito che la dieta prima della gravidanza possa influire sul benessere fetale, sulle capacità riproduttive e di conseguenza della probabilità di riuscita della PMA nelle coppie con problemi di infertilità.

    Nello studio prospettico condotto da Vujkovic  et al. (2010) in una clinica di fertilità presso l’Erasmus University Medical Center (Rotterdam, Paesi Bassi) è stato dimostrato che le coppie sub-fertili olandesi (ossia coppie infertili che non presentano fattori di sterilità e hanno quindi possibilità, seppur ridotte, di ottenere spontaneamente una gravidanza) ad alta aderenza al modello dietetico di tipo mediterraneo (e non solo) hanno una probabilità aumentata del 40% di raggiungere la gravidanza dopo il trattamento di PMA, in particolare dell’IVF (in vitro fertilisation, fecondazione in vitro) e dell’ICSI (Intracytoplasmatic Sperm Injection,  iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo ).

    Una dieta dal punto di vista nutrizionale sbilanciata, con una bassa assunzioni di minerali e vitamine, è stata di fatto associata ad infertilità. Specialmente le vitamine del gruppo B come la vitamina B9 (l’acido folico), la vitamina B6 (la piridossina, il piridossale e la piridossammina) e la vitamina B12 (la cobalammina) sono importanti per il loro ruolo nell’omeostasi dell’omocisteina.

    Una carenza di queste vitamine può causare un accumulo di concentrazioni di omocisteina, che in ultima analisi può portare ad iperomocisteinemia, che sembra essere dannosa per l’esito riproduttivo. Infatti, concentrazioni elevate di omocisteina nel fluido follicolare sono associate a risultati negativi nella PMA.

    Lo studio condotto da Vujkovic ha fornito nuove intuizioni nel rapporto tra i modelli dietetici e gli esiti IVF/ICSI, in cui la vitamina B6 e gli acidi grassi possono svolgere un ruolo importante. Quest’ultimi sono precursori di diverse prostaglandine, importanti per l’inizio del ciclo mestruale, la crescita e lo sviluppo di follicoli preantrali e l’ovulazione.

    Negli uomini, il consumo di alimenti ricchi di fibre, carboidrati, folati, licopene, frutta e verdura aumenta la qualità del seme e, se associata ad una bassa assunzione di proteine ​​e grassi, è vantaggioso per la fertilità. L’assunzione di vitamina E e selenio riduce la concentrazione di melidialdehide e aumenta la mobilità degli spermatozoi.

    Nel complesso dalla letteratura risulta che le coppie che seguono una dieta prima della IVF e  della ICSI, includendo alimenti come ortaggi, olio di oliva e pesce aumentano le probabilità di successo.

    La valutazione della corretta alimentazione e di stile di vita sani in coppie fertili può influenzare positivamente la funzione riproduttiva e la fertilità.